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Una designer eclettica con Palladio nel cuore.
Intervista a Elena Gastaldon di Anna Baldo

Se hai la fortuna di nascere a Vicenza, la “città del Palladio”, molto probabilmente ti potrebbe capitare di crescere all’ombra dello stile classico, con lo sfondo dei colli dal profilo dolce; di essere familiare con un capolavoro assoluto quale è Villa Capra, conosciuta in tutto il mondo con il suo soprannome “La Rotonda”, ma anche di avere a che fare con l’oreficeria. È quanto, in estrema sintesi, è capitato ad Elena Gastaldon, una propensione per l’arte che l’ha portata, sin da giovanissima, a scegliere l’architettura e, soprattutto, l’interior design. Dopo qualche anno di pratica nello studio di un architetto a Vicenza, e con un secondo diploma da geometra ottenuto finché lavorava, a ventisei anni ha scelto la libera professione, proponendosi assieme ad un’amica come arredatrice. Nel frattempo ha studiato anche il design di gioielleria e approfondito gli aspetti tecnici della produzione orafa.

 

Come metti insieme Palladio e la gioielleria?

Per me rientra tutto in un’unica grande categoria: quella del bello, che si esprime come equilibrio ed armonia; è così nell’architettura di Palladio, nell’interior design e nel gioiello. Negli anni ’90, con i diplomi di geometra e disegnatrice di gioielli, ho potuto unire le mie passioni e da lì è nata una mia prima collezione, i “Dodici gioielli per l’anima”, nei quali riprendo i canoni della sezione aurea, tanto cara al Palladio e presente in altri luoghi che non esito a definire magici, come Castel del Monte di Andria, costruito in base alla luce e alle stelle. Un edificio che con la Rotonda ha molto in comune, tanto che ad entrambi ho dedicato uno dei miei gioielli.

Raccontaci la tua attrazione per Palladio e come nascono le “Palladio Bags”.

“La Rotonda” è un luogo dove le cellule del nostro corpo si riarmonizzano. Le sue dimensioni perfette risuonano dentro di noi, e in questo equilibrio totale possiamo ritrovare la sintonia con la natura, quel “tutto” di cui siamo parte. La Rotonda è un simbolo, un mandala: il quadrato (la terra) e il cerchio (il cielo) in armonia, e l’uomo al centro. Siamo di fronte a linee che risultano gradevoli all’occhio proprio perché le riconosciamo come nostre, ma anche ad un luogo sacro, dove entrare in connessione con l’universo. Per questo anche solo contemplarla dà quiete e pace. Palladio mi ispira da sempre e le sue creazioni sono protagoniste di molti miei progetti. Nel 2004 ho incontrato un’imprenditrice di Como che realizza tessuti jacquard a telaio e ho iniziato a collaborare con lei, come designer. Poi ho deciso di creare un tessuto tutto mio, e di dedicarlo alla mia Vicenza, così ho fatto riferimento ai lavori che Palladio pubblica nei celeberrimi “Quattro libri dell’Architettura”, una pietra miliare della storia dell’arte. Per creare il tessuto delle Palladio Bags ho scelto tra i disegni più noti, come la Rotonda e la Basilica palladiana, ma anche altri disegni e particolari architettonici. La mia idea era di creare accessori che ricordino Vicenza, pensati per chi l’ha conosciuta e se n’è innamorato.

Come è iniziato il business delle Palladio Bags?

Nel 2011 sono stata invitata a partecipare ad una mostra intitolata “Vicenza città bellissima” che voleva mettere in evidenza le produzioni di souvenir di pregio. È stato lì che le mie borse sono state scoperte dalla curatrice del book shop del Teatro Olimpico (altro edificio simbolo del Palladio, ndr), e così le mie creazioni sono entrate in uno dei luoghi palladiani più famosi al mondo. La produzione, dalla semplice shopper, si è poi estesa a tutta una gamma di accessori moda, in tessuto e in pelle, grazie alla collaborazione con artigiani vicentini, pensati per chi desidera indossare un prodotto dell’artigianato di qualità, portando con sé i disegni simbolici, perfetti e armoniosi, creati dal grande architetto.

Che prospettive ci sono per questo progetto?

Ora stiamo producendo diversi modelli, puntando sulle forme del classico. La differenza la fa il tessuto, e la forma si basa sulla semplicità delle linee, tanto che le più vendute sono il trapezio e la shopper. Le Palladio Bags si trovano a Vicenza, nei negozi del centro e in alcuni centri della provincia, nei bookshop dei musei. Poi seguono le mostre dedicate a Palladio, come è stato qualche anno fa per “Palladio ‘500” e nella grande esposizione di Pittsburg (USA) al Carnegie Museum. Il prossimo futuro sarà la vendita online, dal sito Palladiolifestyle.it. Il progetto guarda così al mondo, in particolare ad USA e Giappone dove Palladio è amatissimo, ed è ora nelle mani di Nadia Schiavo, una mia amica che condivide con me la visione del bello che è parte della nostra tradizione. È lei che oggi gestisce il marchio.

Ti stai rivolgendo ad altri progetti?

Il concept da cui sono nate le Palladio Bags ha già trovato altre declinazioni, sfociando nelle creazioni in esclusiva per il Teatro La Fenice di Venezia, che ha richiesto borse e accessori realizzate con un tessuto che ripropone il logo antico del teatro. Mi sto ora concentrando su un nuovo progetto che ho chiamato “Il fiore di Leonardo”, altro grande disegnatore che mi ispira profondamente, un illuminato che trascende i tempi. Per i prossimi accessori moda sto realizzando diversi tessuti con l’Uomo vitruviano e la quadratura del cerchio, con il “fiore della vita”, una linea molto semplice e gradevole, dal forte significato esoterico e altri disegni, prediligendo quelli dei fiori, forse meno noti delle macchine, ma più adatti ad una composizione grafica che vedo adeguata al fashion.

www.annabaldo.com

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